Sono anni che i cittadini udinesi dichiarano che la città non è più sicura e che a causa dei tanti profughi molte donne e molti anziani hanno paura ad uscire da casa, specialmente in certi quartieri. Sono nati per questo vari comitati spontanei ma Sindaco e Prefetto hanno sempre minimizzato. Adesso, improvvisamente, a Palazzo D'Aronco, nasce la strategia del terrore e Venanzi si presenta come un eroe. Il Messaggero Veneto, quotidiano diretto da Paolo Possamai, padre del sindaco di Vicenza, Giacomo Possamai, esponente di spicco del Pd riporta il seguente articolo: “Minacce, anche di morte: a riceverle, negli ultimi mesi, sono stati alcuni componenti della Giunta comunale di Udine. E l’ultima, una lettera anonima rivolta al vicesindaco Alessandro Venanzi e all’assessore Ivano Marchiol, è arrivata a palazzo D’Aronco la scorsa settimana. A darne notizia, nella mattinata di lunedì 10 novembre, è stato il sindaco Alberto Felice De Toni nel salone del Popolo del municipio dove erano riuniti gli assessori. Si è trattato, nel tempo, di diversi tipi di minacce fatte sia di persona, sia attraverso i social network. Nella lettera di pochi giorni fa l’assessore Marchiol è stato invitato “a rassegnare le dimissioni entro fine novembre” o, in alternativa, “a girare con il giubbotto antiproiettile”. Analoghe intimidazioni sono state rivolte al vicesindaco. Anche l’assessore Chiara Dazzan ha fatto sapere di aver ricevuto, nel 2024, una lettera minatoria con contenuti a sfondo sessuale e violento.Tutti gli episodi richiamati sono stati denunciati alle forze dell’ordine e adesso sono all’attenzione degli investigatori della Digos della questura di Udine. Per due casi il presunto responsabile è stato individuato”. La testata on line UdineToday scrive: “Minacce di morte, ripetute a più riprese, nei confronti dell'assessore Alessandro Venanzi. Nel primo caso Venanzi è stato aggredito verbalmente a Godia, la frazione udinese in cui risiede, mentre si trovava con sua figlia minorenne. Nel secondo caso Venanzi è stato insultato e minacciato nella messaggistica di Instagram. Il terzo e ultimo caso è di pochi giorni fa. Il politico è stato destinatario, assieme al collega Ivano Marchiol, di una lettera anonima, fatta recapitare a Palazzo D'Aronco. Nella missiva era contenuto un invito a “girare con il giubbotto anti proiettile”. “Anche io ho ricevuto una lettera anonima un anno fa, nel mio ufficio, di stampo violento” ha raccontato l'assessore Dazzan”. Da quanto racconta UdineToday fortunatamente la figlia di Venanzi non è stata tirata in ballo come, invece, dichiara in conferenza stampa il vicesindaco. Dal canto suo, la Digos, precisa che al momento non ha compiuto alcuna precisa individuazione così come non starebbe sul caso in modo così pressante come raccontato dai quotidiani di centrosinistra. Venanzi in conferenza stampa dichiara testualmente: “Ho ricevuto tre minacce di morte negli ultimi sei mesi: nel primo episodio è stata tirata in ballo anche mia figlia che ha solo 5 anni, nel secondo via social si sono aggiunti insulti, nel terzo via lettera anonima che citava anche l'assessore Marchiol mi si consigliava di andare in giro con il giubbotto antiproiettile, ma voglio precisare che non ho alcuna paura e continuo a fare il mio lavoro con la stessa passione e con la stessa fiducia nelle forze dell'ordine”. Il suo lavoro? Venanzi percepisce circa 7mila euro al mese per fare l'assessore comunale a Udine! Non commentiamo la parte in cui eroicamente dichiara di non avere alcuna paura e cita a sproposito la fiducia nelle forze dell'ordine. Semmai dovrebbe ricordare che il sindaco De Toni dopo gli scontri con i ProPal dichiarò che i carabinieri feriti rientravano nel prezzo di una democrazia.


