«Di Zaia ce n’è uno solo: senza Fratelli d’Italia, oggi non ci sarebbe un Fugatti presidente». Le parole di Alessandro Urzì, deputato e coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, arroventano il clima nel centrodestra trentino alla vigilia dell’atteso pronunciamento della Corte Costituzionale, chiamata a decidere domani sulla legittimità della legge provinciale sul terzo mandato per il presidente leghista. La bocciatura della norma, impugnata dal governo lo scorso maggio, metterebbe Fugatti nell’impossibilità di ricandidarsi alle prossime elezioni provinciali, analogamente al caso del Veneto con Luca Zaia. Tutto nasce dal ricorso del governo basato su un presupposto chiaro: su principi generali dell’ordinamento della Repubblica, in materia di diritti elettorali, non ci possono essere differenziazioni fra regione e regione — spiega Urzì —. Sarebbe illogico che in Veneto esistesse un limite a due mandati e in un’altra un numero diverso. Se per le regioni a statuto ordinario esiste un vincolo, ciò fa presupporre che anche le regioni a statuto speciale abbiano quel medesimo vincolo che attiene i diritti costituzionali superiori». L’eventuale bocciatura, però, apre a nuovi scenari, come la proposta avanzata dal Patt di una riforma elettorale che abolisca il sistema maggioritario in favore del proporzionale, come in Alto Adige. Un sistema che permetterebbe a Fugatti di candidarsi come semplice consigliere e di essere nominato presidente della giunta provinciale in un secondo momento. Su questo, Fratelli d’Italia è ferma. «Se la Corte Costituzionale pone questo limite, non può essere superato se non con una riforma elettorale. Noi non la consideriamo una via percorribile — tuona Urzì —. Il proporzionale sarebbe un ritorno al passato, a un’era politica geologica fa, con le segreterie dei partiti che determinerebbero le scelte dei presidenti sulla base di interessi totalmente estranei a quelli espressi attraverso il voto dai cittadini». Per Urzì, il maggioritario è garanzia di trasparenza: «Con il sistema maggioritario il cittadino sceglie chi lo governa. Con il sistema proporzionale sono i partiti che scelgono. Noi vogliamo i cittadini sovrani e non sudditi». Urzì respinge l’ipotesi: «Non c’è nessuna logica di immaginare una riforma in senso proporzionale, anche perché Fugatti può candidarsi consigliere anche con questa legge maggioritaria. Nulla deve essere cambiato».




