Nel 2018 Il Perbenista sostenne fortemente il centrodestra alle amministrative udinesi portando a casa la vittoria del candidato sindaco Fontanini e relegando all'opposizione con il centro sinistra Enrico Bertossi, già assessore regionale con la Illy e presidente di Informest con la Serracchiani. Qui di seguito riporto l'articolo apparso sulla stampa locale il 9 giugno 2018; poi ne seguirono molti altri simili. "Si dice che quando ti fischiano le orecchie, significa che qualcuno ti pensa. Fischieranno, a Marco Belviso in questi giorni? Perché di sicuro è nei pensieri di Enrico Bertossi. Il blogger udinese, infatti, ha conquistato un primato: è l'oggetto della prima interrogazione presentata al nuovo consiglio comunale, la prima che verrà discussa dall'assemblea e, se questo non bastasse, ora è diventato l'oggetto anche di un'altra interpellanza. A firmare entrambi i documenti è proprio l'ex candidato sindaco di Prima Udine. Va detto che Belviso non gli aveva risparmiato bordate né in campagna elettorale (fin dal primo momento della sua discesa in campo) né dopo. E Bertossi, caratterialmente poco incline ad accettare attacchi personali, soprattutto se fatti di malagrazia, gli rende ora la pariglia, dai banchi dell'opposizione. Ieri, infatti, il consigliere ha consegnato in Municipio un'interpellanza per avere lumi circa la nomina, fatta con decreto del sindaco il 31 maggio, dello stesso Belviso in qualità di rappresentante del Comune in seno al Consiglio di Amministrazione del Consorzio per la Salvaguardia dei Castelli del Fvg modificando e di fatto revocando senza motivazione si legge nel testo del documento -, quella dell'architetto Gian Camillo Custoza in scadenza nel 2019. Il consigliere chiede a Pietro Fontanini di spiegare in base a quale curriculum ufficiale è stata effettuata tale nomina, quale sia l'effettivo titolo di studio del signor Belviso e quali ragioni di urgenza e opportunità hanno suggerito al sindaco di sostituire uno stimato consigliere del Consorzio come l'arch. Custoza un anno e mezzo prima della naturale scadenza. Questa, però, è solo una parte della diatriba tra i due. Già il 31 maggio, infatti, Bertossi aveva presentato un'interrogazione (che sarà discussa lunedì) sui rapporti tra Belviso e l'amministrazione: Premesso che è stato visto con costanza dal giorno dopo il ballottaggio aggirarsi all'interno degli uffici comunali e all'esterno del palazzo municipale, suscitando perplessità e imbarazzo tra i dipendenti recita il testo -, esiste in capo al signor Belviso un qualsivoglia incarico amministrativo, politico o contrattuale o provvedimento autorizzativo che ne giustifichi la presenza apparentemente continua negli uffici comunali? Il sindaco continua il testo tra gli altri punti -, è a conoscenza dell'assoluta volatilità politica del signor Belviso?" Non contento Enrico Bertossi non curante del bon ton di lasciare fuori dalla politica le aule dei tribunali, decise di querelare Il Perbenista ma il tutto fu archiviato; questo è quanto riporto la stampa del periodo: “Archiviato il procedimento a carico del blogger e addetto stampa del Comune di Udine, Marco Belviso, accusato di diffamazione a mezzo stampa e tentata violenza privata da Enrico Bertossi, all’epoca dei fatti candidato sindaco. A deciderlo è stato il giudice per le indagini preliminari del tribunale udinese Matteo Carlisi, su richiesta del pubblico ministero (secondo il quale a togliere l’illiceità ai fatti sarebbe stato l’esercizio del diritto di cronaca). Al centro della vicenda ci sono le critiche politiche e personali rivolte da Belviso (difeso dall’avvocato Andrea Castiglione) a Bertossi (assistito dai legali Massimiliano Basevi e Virio Nuzzolese) prima e durante la campagna elettorale per le elezioni amministrative, nella primavera del 2018. Il denunciante, l’allora candidato al ruolo di sindaco, si era soffermato sul carattere gratuitamente offensivo degli attacchi di Belviso nei suoi confronti e sulle affermazioni diffamatorie contenute nei post pubblicati da alcuni utenti della pagina Facebook “Il Perbenista”, riferendosi in particolare a una inesistente sentenza di patteggiamento a carico dell’attuale capogruppo in consiglio di Prima Udine. Il Gip, in sostanza, ha sottolineato come Bertossi non fosse vittima di una campagna di stampa a lui contraria, essendoci un contesto di scontro politico-elettorale. Infondata anche l’accusa di tentata violenza privata: il giudice Carlisi ha ritenuto non vi fosse riscontro oggettivo dei fatti alla base dell’accusa, se non uno scambio via Whatsapp, peraltro iniziato dallo stesso Bertossi, privo di alcun rilievo penale”. Alle ultime amministrative, nel 2023, Enrico Bertossi fece un patto con Fdi che prevedeva il suo sostegno al centrodestra e, in particolare, ai patrioti udinesi “in cambio di un riconoscimento in qualche partecipata regionale”. La prima domanda che Bertossi dovrebbe porre a se stesso è se ha un curriculum idoneo per gestire una società ferroviaria regionale. All'inizio pareva essere destinato alla Lisagest per la sua presunta competenza nel settore del turismo, poi dalle ultime indiscrezioni confermate da vari consiglieri regionali parrebbe certo il suo approdo alla guida della F.U.C. (Ferrovie Udine Cividale). Ma se questa promessa dovesse essere mantenuta Fdi non correrebbe il rischio di cadere nella sua stessa brace accesa contro De Toni, ossia quella del voto di scambio? Cosa cambia dalle accuse mosse dai consiglieri comunali del centrodestra contro la moglie del consigliere comunale Stefano Salmè, premiata con la vice presidenza di una partecipata? E poi, visto il risultato alquanto deludente del 2023 alle amministrative udinesi, ossia un misero 14%, la metà della percentuale nazionale, Enrico Bertossi dovrebbe essere premiato o punito, tendendo conto che ha già incassato la nomina a coordinatrice comunale di Fdi, del suo braccio destro Ester Soramel, anche lei sostenitrice della candidatura a sindaco di Alessandro Venanzi fino a pochi giorni prima della chiusura delle liste e della candidatura di Alberto Felice De Toni.
