Passeggiando per via Poscolle, questa sera incontriamo Eddie Speranza, l'uomo salito improvvisamente alla notorietà per aver detto a voce alta di essere stanco di una città che vive sotto minaccia di profughi e immigrati irregolari. Ha detto quello che in molti pensano da anni ma le cose non sono mai cambiate. I centri di accoglienza continuano a restare aperti e i loro ospiti, presunti profughi minori non accompagnati, mettono a ferro e fuoco Udine. Eddie è assieme ad un gruppo di vecchi amici con cui è cresciuto; lavora dalla mattina alla sera senza un attimo di pausa e si scusa con chi lo rimprovera per non aver risposto a tutti al cellulare in questi giorni. Gli chiediamo cosa gli faccia più rabbia e lui risponde che non sopporta l'idea di sapere che molti profughi alloggiano gratuitamente in case popolari del Comune di recente costruzione, mentre tanti udinesi anziani non hanno un tetto dove poter dormire pur avendo pagato le tasse per una vita. Un'altra cosa che non riesce a sopportare? Vedere tanti italiani in fila alla mensa della Caritas e sapere che centinaia di profughi hanno diritti ad un pasto caldo comodamente servito nelle strutture in cui dormono e che spesso devastano. Al momento, ci spiega, non esiste un vero direttivo, ci stiamo strutturando ma certamente non ci sarà nessun politico o furbetto in cerca di poltrone. La sua preoccupazione? I suoi figli. Il nome del movimento? SICUREZZA URBANA
