Sarebbe un vero e proprio valzer di poltrone quello che potrebbe partire a breve nelle testate del gruppo editoriale legato alla famiglia Angelucci. Le indiscrezioni circolavano già da giorni, ma nel backstage dell’assemblea di Confindustria a Bologna, il tema era sulla bocca di tutti i cronisti, come ha spiegato, debitamente imboccata Primaonline: l’intero assetto direttivo dei quotidiani del gruppo è pronto a cambiare volto. A Il Giornale Alessandro Sallusti, da anni volto simbolo della testata fondata da Indro Montanelli, potrebbe lasciare la direzione, per assumere il ruolo di direttore editoriale. Al suo posto, alla guida operativa del quotidiano, nutre aspettative Tommaso Cerno, attualmente direttore de Il Tempo, in forte crisi di vendite (non arriva a 5000 copie). Un passaggio che non rappresenta solo un cambio di poltrona, ma anche un segnale politico-editoriale significativo: Cerno, ex direttore dell’Espresso - vice direttore di Repubblica e già parlamentare del Partito Democratico nella stagione renziana, ha negli ultimi anni sposato, assieme ad un consigliere regionale di Fdi, anche una linea decisamente più orientata a destra, come dimostrano molte delle scelte editoriali adottate nella gestione del quotidiano romano. Insomma, lo stesso Cerno che urlava terrorizzato contro il pericolo fascista e faceva le copertine de L'Espresso contro Forza Nuova e Casapound, adesso rivendica un ruolo di statista nella nuova destra italiana. A far dubitare delle convinzioni politiche di Tommaso Cerno è la sua stretta amicizia e frequentazione con l'ex senatore forzista Ferruccio Saro, artefice dell'imminente defenestramento della coordinatrice regionale azzurra Sandra Savino a vantaggio della cambiacasacca senatrice Isabella De Monte (anche lei passata dal Pd, da Calenda e da Renzi, prima di arrivare a Tajani). Saro ha convinto Cerno che in un modo o nell'altro potrebbe essere il successore di Massimiliano Fedriga alla guida del Friuli Venezia Giulia e, certamente, non gli mancherebbe l'appoggio della nuova Forza Italia e neppure di quella Lega antitetica ai governatori del Nord Est. La carta vincente? Il Friuli Venezia Giulia chiederà a gran voce un governatore udinese e questo taglierà fuori le ambizioni dei fratelli Ciriani da sempre poco simpatici al vecchio clan socialista guidato proprio da Saro.
